TASSO D’INTERESSE E RITARDO NEI PAGAMENTI NELLE TRANSAZIONI COMMERCIALI – Corte di Cassazione, Sez. Unite civile, Sentenza n. 12449/24 del 07.05.24

TASSO D’INTERESSE E RITARDO NEI PAGAMENTI NELLE TRANSAZIONI COMMERCIALI

Corte di Cassazione, Sez. Unite civile, Sentenza n. 12449/24 del 07.05.24

Se il titolo esecutivo giudiziale – nella sua portata precettiva individuata sulla base del dispositivo e della motivazione – dispone il pagamento di “interessi legali”, senza alcuna specificazione e in mancanza di uno specifico accertamento del giudice della cognizione sulla spettanza di interessi, per il periodo successivo alla proposizione della domanda giudiziale, secondo il saggio previsto dalla legislazione speciale relativa ai ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali (ex art. 1284, comma 4, c.c.), la misura degli interessi maturati dopo la domanda corrisponde al saggio previsto dall’art. 1284, comma 1, c.c., stante il divieto per il giudice dell’esecuzione di integrare il titolo.

Sentenza Corte di Cassazione

TASSI D’INTERESSE RIFERITI ALL’EURIBOR – Corte di Cassazione, Terza Sez. civile, Sentenza n. 12007/24 del 03.05.24

TASSI D’INTERESSE RIFERITI ALL’EURIBOR

Corte di Cassazione, Terza Sez. civile, Sentenza n. 12007/24 del 03.05.24

Le clausole dei contratti di mutuo che, al fine di determinare la misura di un tasso d’interesse, fanno riferimento all’Euribor, possono ritenersi viziate da parziale nullità (originaria o sopravvenuta), per l’impossibilità anche solo temporanea di determinazione del loro oggetto, laddove sia provato che la determinazione dell’Euribor sia stata oggetto, per un certo periodo, di intese o pratiche illecite restrittive della concorrenza poste in essere da terzi e volte a manipolare detto indice; a tal fine è necessario che sia fornita la prova che quel parametro, almeno per un determinato periodo, sia stato oggettivamente, effettivamente e significativamente alterato in concreto, rispetto al meccanismo ordinario di determinazione presupposto dal contratto, in virtù delle condotte illecite dei terzi, al punto da non potere svolgere la funzione obbiettiva ad esso assegnata, nel regolamento contrattuale dei rispettivi interessi delle parti, di efficace determinazione dell’oggetto della clausola sul tasso di interesse.

Sentenza Corte di Cassazione

ASCOLTO DEL MINORE MALTRATTATO: BILANCIAMENTO TRA VOLONTA’ E TRAUMA – Corte di Cassazione, Prima Sez. civile, Sentenza n. 10250/24 del 16.04.24

ASCOLTO DEL MINORE MALTRATTATO: BILANCIAMENTO TRA VOLONTA’ E TRAUMA

Corte di Cassazione, Prima Sez. civile, Sentenza n. 10250/24 del 16.04.24

In tema di ascolto del minore maltrattato, il giudice deve sempre operare un bilanciamento tra l’esigenza di ricostruzione del volere e del sentimento del minore, quale principio fondamentale applicabile anche nel procedimento relativo alla decadenza dalla responsabilità genitoriale, e quella della tutela del minore maltrattato, come persona fragile, nel caso in cui l’ascolto possa costituire pericolo di vittimizzazione secondaria per gli ulteriori traumi che il fanciullo che li abbia già vissuti possa essere costretto a rivivere.

Sentenza Corte di Cassazione

OMOLOGAZIONE AUTOVELOX: CONDIZIONE DI LEGITTIMITA’ DELL’ACCERTAMENTO – Corte di Cassazione, Seconda Sez. civile, Sentenza n. 10505/24 del 18.04.24

OMOLOGAZIONE AUTOVELOX: CONDIZIONE DI LEGITTIMITA’ DELL’ACCERTAMENTO

Corte di Cassazione, Seconda Sez. civile, Sentenza n. 10505/24 del 18.04.24

L’omologazione consiste in una procedura che – pur essendo amministrativa (come l’approvazione) – ha anche natura necessariamente tecnica e tale specifica connotazione risulta finalizzata a garantire la perfetta funzionalità e la precisione dello strumento elettronico da utilizzare per l’attività di accertamento da parte del pubblico ufficiale legittimato, requisito, questo, che costituisce l’indispensabile condizione per la legittimità dell’accertamento stesso, a cui pone riguardo la norma generale di cui al comma 6 dell’art. 142 c.d.s. (funzionalità che, peraltro, a fronte di contestazione del contravventore, deve essere comprovata dalla P.A. dalla quale dipende l’organo accertatore, secondo l’ormai univoca giurisprudenza di questa Corte: cfr., da ultimo, Cass. n. 14597/2021).

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RICORSO PER CASSAZIONE: PROCEDIMENTO PER LA DECISIONE ACCELERATA DEI RICORSI INAMMISSIBILI, IMPROCEDIBILI O MANIFESTAMENTE INFONDATI EX ART. 380-BIS C.P.C. – Corte di Cassazione, Sez. Unite civili, Sentenza n. 9611/24 del 10.04.24

RICORSO PER CASSAZIONE: PROCEDIMENTO PER LA DECISIONE ACCELERATA DEI RICORSI INAMMISSIBILI, IMPROCEDIBILI O MANIFESTAMENTE INFONDATI EX ART. 380-BIS C.P.C.

Corte di Cassazione, Sez. Unite civili, Sentenza n. 9611/24 del 10.04.24

Nel procedimento ai sensi dell’art. 380-bis c.p.c., come disciplinato dal d.lgs. n. 149 del 2022, il presidente della sezione o il consigliere delegato, che abbia formulato la proposta di definizione accelerata, può far parte, ed eventualmente essere nominato relatore, del collegio che definisce il giudizio ai sensi dell’art. 380-bis.1, non versando in situazione di incompatibilità agli effetti degli artt. 51, comma 1, n. 4, e 52 c.p.c., atteso che tale proposta non rivela una funzione decisoria e non è suscettibile di assumere valore di pronuncia definitiva, né la decisione in camera di consiglio conseguente alla richiesta del ricorrente si configura quale fase distinta, che si sussegue nel medesimo giudizio di cassazione con carattere di autonomia e con contenuti e finalità di riesame e di controllo sulla proposta stessa.

Sentenza Corte di Cassazione

RICORSO PER CASSAZIONE NOTIFICATO IN VIA TELEMATICA: PRINCIPIO DEL RAGGIUNGIMENTO DELLO SCOPO – Corte di Cassazione, Sez. Unite civili, Sentenza n. 6477/24 del 12.03.24

RICORSO PER CASSAZIONE NOTIFICATO IN VIA TELEMATICA: PRINCIPIO DEL RAGGIUNGIMENTO DELLO SCOPO

Corte di Cassazione, Sez. Unite civili, Sentenza n. 6477/24 del 12.03.24

Alla luce del principio di effettività della tutela giurisdizionale (a cui si raccorda quello di strumentalità delle forme processuali), il ricorso per cassazione, predisposto in originale in forma di documento informatico e notificato in via telematica, dev’essere ritualmente sottoscritto con firma digitale a pena di nullità dell’atto stesso, a meno che, in applicazione del principio del raggiungimento dello scopo, non sia comunque possibile desumere aliunde, da elementi qualificanti, la sua certa paternità (nella specie, sono stati considerati elementi univoci, idonei ad ascrivere la paternità certa dell’atto processuale, la notificazione del ricorso nativo digitale dalla casella p.e.c., censita nel REGINDE, dell’Avvocatura generale dello Stato e il deposito di una sua copia in modalità analogica con attestazione di conformità sottoscritta dall’avvocato dello Stato).

Sentenza Corte di Cassazione

IMPUGNAZIONE INCIDENTALE TARDIVA – Corte di Cassazione, Sez. Unite civili, Sentenza n. 8486/24 del 28.03.24

IMPUGNAZIONE INCIDENTALE TARDIVA

Corte di Cassazione, Sez. Unite civili, Sentenza n. 8486/24 del 28.03.24

L’impugnazione incidentale tardiva è ammissibile anche quando rivesta le forme dell’impugnazione adesiva rivolta contro la parte destinataria dell’impugnazione principale, in ragione del fatto che l’interesse alla sua proposizione può sorgere dall’impugnazione principale o da un’impugnazione incidentale tardiva; il principio di consumazione dell’impugnazione non esclude che, fino a quando non intervenga una declaratoria di inammissibilità, possa essere proposto un secondo atto di impugnazione, immune dai vizi del precedente, destinato a sostituirlo e relativo anche a capi della sentenza diversi da quelli oggetto del precedente atto di impugnazione.

Sentenza Corte di Cassazione

AFFIDO MINORE: GIUDIZIO PROGNOSTICO SULLE CAPACITA’ DEL GENITORE – Corte di Cassazione, Prima Sez. civile, Sentenza n. 3465/24 del 07.02.24

AFFIDO MINORE: GIUDIZIO PROGNOSTICO SULLE CAPACITA’ DEL GENITORE

Corte di Cassazione, Prima Sez. civile, Sentenza n. 3465/24 del 07.02.24

Il criterio fondamentale, cui deve attenersi il giudice a mente dell’art. 337-ter, comma 2, cod. civ. nell’adottare i provvedimenti relativi alla prole, è costituito dall’esclusivo interesse morale e materiale della prole, il quale, imponendo di privilegiare la soluzione che appaia più idonea a ridurre al massimo i danni derivanti dalla disgregazione del nucleo familiare e ad assicurare il migliore sviluppo della personalità del minore, richiede un giudizio prognostico circa la capacità del singolo genitore di crescere ed educare il figlio, da esprimersi sulla base di elementi concreti attinenti alle modalità con cui ciascuno in passato ha svolto il proprio ruolo, con particolare riguardo alla capacità di relazione affettiva, nonché mediante l’apprezzamento della personalità del genitore (Cass. 19323/2020, Cass. 14728/2016, Cass. 18817/2015, Cass. 14480/2006). La comparazione fra le figure genitoriali assume così un rilievo non in sé o in funzione della valutazione della fondatezza delle contrapposte pretese sul collocamento del minore, ma “con esclusivo riferimento all’interesse morale e materiale” della prole, vale a dire nell’ottica e allo scopo di individuare la soluzione che riesca ad assicurare al meglio il concreto interesse, morale e materiale, del figlio minore.

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DIRITTO DELL’EX CONIUGE ALLA QUOTA DELL’INDENNITÀ DI FINE RAPPORTO: INCENTIVO ALL’ESODO – Corte di Cassazione, Sez. Unite civili, Sentenza n. 6229/24 del 07.03.24

DIRITTO DELL’EX CONIUGE ALLA QUOTA DELL’INDENNITÀ DI FINE RAPPORTO: INCENTIVO ALL’ESODO

Corte di Cassazione, Sez. Unite civili, Sentenza n. 6229/24 del 07.03.24

La quota dell’indennità di fine rapporto spettante, ai sensi dell’art. 12-bis della l. n. 898 del 1970, introdotto dall’art. 16 l. n. 74 del 1987, al coniuge titolare dell’assegno divorzile e non passato a nuove nozze, concerne non tutte le erogazioni corrisposte in occasione della cessazione del rapporto di lavoro, ma le sole indennità, comunque denominate, che, maturando in quel momento, sono determinate in proporzione della durata del rapporto medesimo e dell’entità della retribuzione corrisposta al lavoratore; tra esse non è pertanto ricompresa l’indennità di incentivo all’esodo con cui è regolata la risoluzione anticipata del rapporto di lavoro.

Sentenza Corte di Cassazione

SERVITU’: PARCHEGGIO DI VEICOLO SU FONDO ALTRUI – Corte di Cassazione, Sez. Unite civili, Sentenza n. 3925/24 del 13.02.24

SERVITU’: PARCHEGGIO DI VEICOLO SU FONDO ALTRUI

Corte di Cassazione, Sez. Unite civili, Sentenza n. 3925/24 del 13.02.24

In tema di servitù, lo schema previsto dall’art. 1027 c.c. non preclude la costituzione, mediante convenzione, di servitù avente ad oggetto il parcheggio di un veicolo sul fondo altrui purché, in base all’esame del titolo e ad una verifica in concreto della situazione di fatto, tale facoltà risulti essere stata attribuita come vantaggio in favore di altro fondo per la sua migliore utilizzazione e sempre che sussistano i requisiti del diritto reale e in particolare la localizzazione.

Sentenza Corte di Cassazione