AMMINISTRAZIONE DI SOSTEGNO: CONSERVAZIONE CAPACITA’ PROCESSUALE BENEFICIARIO – Corte di Cassazione, Sez. Prima Civile, Ordinanza n. 24732/24 del 16.09.24

AMMINISTRAZIONE DI SOSTEGNO: CONSERVAZIONE CAPACITA’ PROCESSUALE BENEFICIARIO

Corte di Cassazione, Sez. Prima Civile, Ordinanza n. 24732/24 del 16.09.24

Il beneficiando conserva la capacità processuale per tutta la durata del procedimento, anche se gli è stato nominato un amministratore provvisorio, e pur quando il provvedimento di apertura dell’amministrazione è divenuto definitivo conserva la facoltà di chiederne la revoca (art 413 c.c.).
Di contro, l’amministratore di sostegno provvisoriamente nominato non può costituirsi in nome e per conto del beneficiario, il quale ha diritto di difendersi scegliendo liberamente il suo difensore.

Ordinanza Corte di Cassazione

COMPETENZA FUNZIONALE E INDEROGABILE DEL TRIBUNALE CHE HA EMESSO IL DECRETO INGIUNTIVO OPPOSTO – Corte di Cassazione, Sez. Terza Civile, Ordinanza n. 25146/24 del 19.09.24

COMPETENZA FUNZIONALE E INDEROGABILE DEL TRIBUNALE CHE HA EMESSO IL DECRETO INGIUNTIVO OPPOSTO

Corte di Cassazione, Sez. Terza Civile, Ordinanza n. 25146/24 del 19.09.24

Il giudizio di opposizione è connotato dalla competenza funzionale e inderogabile dello stesso ufficio giudiziario che ha emesso il decreto ingiuntivo opposto, essendo tale competenza immodificabile anche per ragioni di connessione, con la conseguenza che il giudice dell’opposizione a decreto ingiuntivo, nel caso in cui sia proposta domanda riconvenzionale di competenza della sezione specializzata delle imprese di altro Tribunale, è tenuto a separare le due cause, rimettendo quella relativa a quest’ultima domanda dinanzi al tribunale competente, ferma restando nel prosieguo l’eventuale applicazione delle disposizioni in tema di sospensione dei processi.

Ordinanza Corte di Cassazione

TUTELA CONTRO L’ABUSO DELL’IMMAGINE DI UN MINORE – Corte di Cassazione, Sez. Prima Civile, Ordinanza n. 23018/24 del 21.08.24

TUTELA CONTRO L’ABUSO DELL’IMMAGINE DI UN MINORE

Corte di Cassazione, Sez. Prima Civile, Ordinanza n. 23018/24 del 21.08.24

L’accertamento della illiceità della diffusione del ritratto del bambino per fini di pubblicità commerciale, effettuata senza il consenso di uno dei genitori, comporta il diritto al risarcimento del danno a condizione che sia accertata l’effettività e la serietà della lesione al diritto alla riservatezza dell’immagine, la cui tutela costituisce un interesse primario del fanciullo, senza che la mancanza di indicazioni relative al nome o alle generalità del minore o dei suoi genitori valgano ad escluderne il pregiudizio, poiché l’immagine della persona è tutelata in sé, quale elemento altamente caratterizzante l’individuo, che lo rende unico e originale, come tale riconoscibile.

Ordinanza Corte di Cassazione

SOSPENSIONE INCONTRI TRA MINORE E CONIUGE NON AFFIDATARIO – Corte di Cassazione, Sez. Prima Civile, Ordinanza n. 21969/24 del 05.08.24

SOSPENSIONE INCONTRI TRA MINORE E CONIUGE NON AFFIDATARIO

Corte di Cassazione, Sez. Prima Civile, Ordinanza n. 21969/24 del 05.08.24

La circostanza che un figlio minore, divenuto ormai adolescente e perfettamente consapevole dei propri sentimenti e delle loro motivazioni, provi nei confronti del genitore non affidatario sentimenti di avversione o, addirittura, di ripulsa – a tal punto radicati da doversi escludere che possano essere rapidamente e facilmente rimossi, nonostante il supporto di strutture sociali e psicopedagogiche – costituisce fatto idoneo a giustificare anche la totale sospensione degli incontri tra il minore stesso ed il coniuge non affidatario. Tale sospensione può essere disposta indipendentemente dalle eventuali responsabilità di ciascuno dei genitori rispetto all’atteggiamento del figlio, ed indipendentemente anche dalla fondatezza delle motivazioni addotte da quest’ultimo per giustificare detti sentimenti, dei quali vanno solo valutate la profondità e l’intensità, al fine di prevedere se disporre il prosieguo degli incontri con il genitore avversato potrebbe portare ad un superamento senza gravi traumi psichici della sua animosità iniziale ovvero ad una dannosa radicalizzazione della stessa.

Ordinanza Corte di Cassazione

DICHIARAZIONE GIUDIZIALE DI PATERNITÀ E CONSENSO DEL MINORE – Corte di Cassazione, Sez. Prima Civile, Ordinanza n. 21979/24 del 05.08.24

DICHIARAZIONE GIUDIZIALE DI PATERNITÀ E CONSENSO DEL MINORE

Corte di Cassazione, Sez. Prima Civile, Ordinanza n. 21979/24 del 05.08.24

In tema di dichiarazione giudiziale della paternità e della maternità naturale, il consenso del figlio che ha compiuto l’età di quattordici anni, necessario ex art. 273 c.c. per promuovere o proseguire validamente l’azione, è configurabile come un requisito del diritto di azione, integrativo della legittimazione ad agire del genitore, quale sostituto processuale del figlio minorenne, la cui mancanza determina una situazione di improponibilità o di improseguibilità dell’azione, a seconda che l’età in questione sia stata raggiunta prima della notificazione della citazione introduttiva ovvero in corso di causa, rilevabile anche d’ufficio; detto consenso può sopravvenire in qualsiasi momento ed è necessario che sussista al momento della decisione, anche se non può ritenersi validamente prestato fuori dal processo, né può essere desunto da fatti o comportamenti estranei ad esso.

Ordinanza Corte di Cassazione

RESPONSABILITA’ DELLA BANCA PER OPERAZIONI EFFETTUATE A MEZZO DI STRUMENTI ELETTRONICI – Corte di Cassazione, Sez. Prima Civile, Ordinanza n. 23683/24 del 04.09.24

RESPONSABILITA’ DELLA BANCA PER OPERAZIONI EFFETTUATE A MEZZO DI STRUMENTI ELETTRONICI

Corte di Cassazione, Sez. Prima Civile, Ordinanza n. 23683/24 del 04.09.24

La responsabilità della banca per operazioni effettuate a mezzo di strumenti elettronici, con particolare riguardo alla verifica della loro riconducibilità alla volontà del cliente mediante il controllo dell’utilizzazione illecita dei relativi codici da parte di terzi, ha natura contrattuale e, quindi, va esclusa solo se ricorre una situazione di colpa grave dell’utente.

Ordinanza Corte di Cassazione

PRECLUSIONI PROCESSUALI: FATTI PRINCIPALI E SECONDARI – Corte di Cassazione, Sez. Terza Civile, Ordinanza n. 21332/24 del 30.07.24

PRECLUSIONI PROCESSUALI: FATTI PRINCIPALI E SECONDARI

Corte di Cassazione, Sez. Terza Civile, Ordinanza n. 21332/24 del 30.07.24

In tema di preclusioni processuali, occorre distinguere tra fatti principali, posti a fondamento della domanda, e fatti secondari (dedotti per dimostrare i primi), l’allegazione dei quali non è soggetta alle preclusioni dettate per i fatti principali, ma trova il suo ultimo termine preclusivo in quello eventualmente concesso ex art. 183, comma 6, n. 2, c.p.c., anche se richiesto ai soli fini dell’indicazione dei mezzi di prova o delle produzioni documentali.

Ordinanza Corte di Cassazione

ESECUZIONE FONDATA SU DECRETO INGIUNTIVO NON OPPOSTO – OMESSA MOTIVAZIONE DEL CARATTERE NON ABUSIVO DELLE CLAUSOLE – Corte di Cassazione, Sez. Terza Civile, n. 17055/24 del 20.06.24

ESECUZIONE FONDATA SU DECRETO INGIUNTIVO NON OPPOSTO – OMESSA MOTIVAZIONE DEL CARATTERE NON ABUSIVO DELLE CLAUSOLE

Corte di Cassazione, Sez. Terza Civile, n. 17055/24 del 20.06.24

Ai fini del rispetto del principio di effettività della tutela giurisdizionale dei diritti riconosciuti al consumatore dalla Direttiva 93/13/CEE, se l’esecuzione è fondata su un decreto ingiuntivo non opposto e il giudice del monitorio ha omesso di esaminare l’eventuale abusività delle clausole contenute nel contratto stipulato tra un professionista e un consumatore, la natura abusiva delle pattuizioni contrattuali dev’essere rilevata, anche d’ufficio, dal giudice dell’esecuzione, ma entro il limite dell’avvenuta vendita del bene (o dell’assegnazione del credito) pignorato , non potendo opporsi all’aggiudicatario vizi del processo esecutivo che non siano stati fatti valere con il rimedio dell’opposizione agli atti esecutivi.

Sentenza Corte di Cassazione

 

AL CONVIVENTE DI FATTO SI APPLICA LA DISCIPLINA DELL’IMPRESA FAMILIARE – Corte Costituzionale, Sentenza n. 148/24 del 25.07.24

AL CONVIVENTE DI FATTO SI APPLICA LA DISCIPLINA DELL’IMPRESA FAMILIARE

Corte Costituzionale, Sentenza n. 148/24 del 25.07.24

Sussiste l’illegittimità costituzionale dell’articolo 230-bis, terzo comma, del codice civile, nella parte in cui non prevede come familiare – oltre al coniuge, ai parenti entro il terzo grado e agli affini entro il secondo – anche il «convivente di fatto» e come impresa familiare quella cui collabora anche il «convivente di fatto». Inoltre, in via consequenziale, viene dichiarata l’illegittimità costituzionale dell’art. 230-ter del codice civile, che, introdotto dalla legge n. 76 del 2016 (cosiddetta legge Cirinnà), riconosceva al convivente di fatto una tutela significativamente più ridotta. Per «conviventi di fatto» – secondo la definizione prevista dall’art. 1, comma 36, di tale legge – si intendono «due persone maggiorenni unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale». Le Sezioni unite civili della Corte di cassazione, avevano sollevato questioni di legittimità costituzionale della disciplina dell’impresa familiare – in riferimento, in particolare, agli articoli 2, 3, 4, 35 e 36 della Costituzione – nella parte in cui il convivente more uxorio non era incluso nel novero dei «familiari».

Sentenza Corte Costituzionale

SUICIDIO ASSISTITO: LA CORTE COSTITUZIONALE RIBADISCE GLI ATTUALI REQUISITI E NE PRECISA IL SIGNIFICATO – Corte Costituzionale, Sentenza n. 135/24 del 01.07.24

SUICIDIO ASSISTITO: LA CORTE COSTITUZIONALE RIBADISCE GLI ATTUALI REQUISITI E NE PRECISA IL SIGNIFICATO

Corte Costituzionale, Sentenza n. 135/24 del 01.07.24

Nella perdurante assenza di una legge che regoli la materia, i requisiti per l’accesso al suicidio assistito restano quelli stabiliti dalla sentenza n. 242 del 2019, compresa la dipendenza del paziente da trattamenti di sostegno vitale, il cui significato deve però essere correttamente interpretato in conformità alla ratio sottostante a quella sentenza. Tutti questi requisiti: a) irreversibilità della patologia, b) presenza di sofferenze fisiche o psicologiche, che il paziente reputa intollerabili, c) dipendenza del paziente da trattamenti di sostegno vitale, d) capacità del paziente di prendere decisioni libere e consapevoli – devono essere accertati dal servizio sanitario nazionale, con le modalità procedurali stabilite in quella sentenza.

Sentenza Corte di Cassazione