RESPONSABILITA’ DELLA BANCA PER OPERAZIONI EFFETTUATE A MEZZO DI STRUMENTI ELETTRONICI – Corte di Cassazione, Sez. Prima Civile, Ordinanza n. 23683/24 del 04.09.24

RESPONSABILITA’ DELLA BANCA PER OPERAZIONI EFFETTUATE A MEZZO DI STRUMENTI ELETTRONICI

Corte di Cassazione, Sez. Prima Civile, Ordinanza n. 23683/24 del 04.09.24

La responsabilità della banca per operazioni effettuate a mezzo di strumenti elettronici, con particolare riguardo alla verifica della loro riconducibilità alla volontà del cliente mediante il controllo dell’utilizzazione illecita dei relativi codici da parte di terzi, ha natura contrattuale e, quindi, va esclusa solo se ricorre una situazione di colpa grave dell’utente.

Ordinanza Corte di Cassazione

PRECLUSIONI PROCESSUALI: FATTI PRINCIPALI E SECONDARI – Corte di Cassazione, Sez. Terza Civile, Ordinanza n. 21332/24 del 30.07.24

PRECLUSIONI PROCESSUALI: FATTI PRINCIPALI E SECONDARI

Corte di Cassazione, Sez. Terza Civile, Ordinanza n. 21332/24 del 30.07.24

In tema di preclusioni processuali, occorre distinguere tra fatti principali, posti a fondamento della domanda, e fatti secondari (dedotti per dimostrare i primi), l’allegazione dei quali non è soggetta alle preclusioni dettate per i fatti principali, ma trova il suo ultimo termine preclusivo in quello eventualmente concesso ex art. 183, comma 6, n. 2, c.p.c., anche se richiesto ai soli fini dell’indicazione dei mezzi di prova o delle produzioni documentali.

Ordinanza Corte di Cassazione

ESECUZIONE FONDATA SU DECRETO INGIUNTIVO NON OPPOSTO – OMESSA MOTIVAZIONE DEL CARATTERE NON ABUSIVO DELLE CLAUSOLE – Corte di Cassazione, Sez. Terza Civile, n. 17055/24 del 20.06.24

ESECUZIONE FONDATA SU DECRETO INGIUNTIVO NON OPPOSTO – OMESSA MOTIVAZIONE DEL CARATTERE NON ABUSIVO DELLE CLAUSOLE

Corte di Cassazione, Sez. Terza Civile, n. 17055/24 del 20.06.24

Ai fini del rispetto del principio di effettività della tutela giurisdizionale dei diritti riconosciuti al consumatore dalla Direttiva 93/13/CEE, se l’esecuzione è fondata su un decreto ingiuntivo non opposto e il giudice del monitorio ha omesso di esaminare l’eventuale abusività delle clausole contenute nel contratto stipulato tra un professionista e un consumatore, la natura abusiva delle pattuizioni contrattuali dev’essere rilevata, anche d’ufficio, dal giudice dell’esecuzione, ma entro il limite dell’avvenuta vendita del bene (o dell’assegnazione del credito) pignorato , non potendo opporsi all’aggiudicatario vizi del processo esecutivo che non siano stati fatti valere con il rimedio dell’opposizione agli atti esecutivi.

Sentenza Corte di Cassazione

 

AL CONVIVENTE DI FATTO SI APPLICA LA DISCIPLINA DELL’IMPRESA FAMILIARE – Corte Costituzionale, Sentenza n. 148/24 del 25.07.24

AL CONVIVENTE DI FATTO SI APPLICA LA DISCIPLINA DELL’IMPRESA FAMILIARE

Corte Costituzionale, Sentenza n. 148/24 del 25.07.24

Sussiste l’illegittimità costituzionale dell’articolo 230-bis, terzo comma, del codice civile, nella parte in cui non prevede come familiare – oltre al coniuge, ai parenti entro il terzo grado e agli affini entro il secondo – anche il «convivente di fatto» e come impresa familiare quella cui collabora anche il «convivente di fatto». Inoltre, in via consequenziale, viene dichiarata l’illegittimità costituzionale dell’art. 230-ter del codice civile, che, introdotto dalla legge n. 76 del 2016 (cosiddetta legge Cirinnà), riconosceva al convivente di fatto una tutela significativamente più ridotta. Per «conviventi di fatto» – secondo la definizione prevista dall’art. 1, comma 36, di tale legge – si intendono «due persone maggiorenni unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale». Le Sezioni unite civili della Corte di cassazione, avevano sollevato questioni di legittimità costituzionale della disciplina dell’impresa familiare – in riferimento, in particolare, agli articoli 2, 3, 4, 35 e 36 della Costituzione – nella parte in cui il convivente more uxorio non era incluso nel novero dei «familiari».

Sentenza Corte Costituzionale

SUICIDIO ASSISTITO: LA CORTE COSTITUZIONALE RIBADISCE GLI ATTUALI REQUISITI E NE PRECISA IL SIGNIFICATO – Corte Costituzionale, Sentenza n. 135/24 del 01.07.24

SUICIDIO ASSISTITO: LA CORTE COSTITUZIONALE RIBADISCE GLI ATTUALI REQUISITI E NE PRECISA IL SIGNIFICATO

Corte Costituzionale, Sentenza n. 135/24 del 01.07.24

Nella perdurante assenza di una legge che regoli la materia, i requisiti per l’accesso al suicidio assistito restano quelli stabiliti dalla sentenza n. 242 del 2019, compresa la dipendenza del paziente da trattamenti di sostegno vitale, il cui significato deve però essere correttamente interpretato in conformità alla ratio sottostante a quella sentenza. Tutti questi requisiti: a) irreversibilità della patologia, b) presenza di sofferenze fisiche o psicologiche, che il paziente reputa intollerabili, c) dipendenza del paziente da trattamenti di sostegno vitale, d) capacità del paziente di prendere decisioni libere e consapevoli – devono essere accertati dal servizio sanitario nazionale, con le modalità procedurali stabilite in quella sentenza.

Sentenza Corte di Cassazione

IL DIVIETO DI CANCELLAZIONE DELL’AVVOCATO DALL’ALBO DURANTE IL PROCEDIMENTO DISCIPLINARE: QUESTIONE DI COSTITUZIONALITA’ – Corte di Cassazione, Sez. Unite Civili, n. 19197/24 del 12.07.24

IL DIVIETO DI CANCELLAZIONE DELL’AVVOCATO DALL’ALBO DURANTE IL PROCEDIMENTO DISCIPLINARE: QUESTIONE DI COSTITUZIONALITA’

Corte di Cassazione, Sez. Unite Civili, n. 19197/24 del 12.07.24

Le Sezioni Unite civili, rilevata l’impossibilità di un’interpretazione costituzionalmente orientata della disposizione normativa, hanno sollevato questione di legittimità costituzionale, in relazione agli artt. 2, 3, 4, 35, 41 Cost., dell’art. 57 della legge 31 dicembre 2012, n. 247, che reca il divieto di deliberare la cancellazione dell’avvocato dall’albo durante lo svolgimento del procedimento disciplinare, nella parte in cui non prevede deroghe al divieto allorquando la perdurante iscrizione all’albo comporti la lesione di diritti fondamentali del professionista.

Ordinanza Corte di Cassazione

COMPETENZA TRIBUNALE PER I MINORENNI E ORDINARIO: ART. 38 DISP. ATT. C.C. – Corte di Cassazione, Sez. Prima Civile n. 15154/24 del 30.05.24

COMPETENZA TRIBUNALE PER I MINORENNI E ORDINARIO: ART. 38 DISP. ATT. C.C.

Corte di Cassazione, Sez. Prima Civile n. 15154/24 del 30.05.24

L’art. 38, comma 1, disp. att. c.c. si interpreta nel senso che, per i procedimenti di cui agli artt. 330 e 333 c.p.c., la competenza è attribuita in via generale al Tribunale dei minorenni, ma, quando sia pendente un giudizio di separazione, di divorzio o ex art. 316 c.c., e fino alla sua definitiva conclusione, in deroga a questa attribuzione, le azioni dirette ad ottenere provvedimenti limitativi o ablativi della responsabilità genitoriale, proposte successivamente e richieste con unico atto introduttivo dalle parti (così determinandosi un’ipotesi di connessione oggettiva e soggettiva), spettano al giudice del conflitto familiare, individuabile nel Tribunale ordinario, se sia ancora in corso il giudizio di primo grado, ovvero nella Corte d’appello in composizione ordinaria, se penda il termine per l’impugnazione o sia stato interposto appello.

Ordinanza Corte di Cassazione

INFORTUNIO DELLO STUDENTE A SCUOLA – Corte di Cassazione, Sez. Terza Civile n. 14720/24 del 27.05.24

INFORTUNIO DELLO STUDENTE A SCUOLA

Corte di Cassazione, Sez. Terza Civile n. 14720/24 del 27.05.24

La responsabilità per i danni causati dall’alunno a sé stesso è di tipo contrattuale (da ultimo Cass. 2114/ 2024), con la conseguenza che spetta al convenuto, e dunque al Ministero, la prova della non imputabilità del danno, prova che può essere fornita ovviamente anche per presunzioni.

Ordinanza Corte di Cassazione

MUTUO BANCARIO: OMESSA INDICAZIONE DEL REGIME DI CAPITALIZZAZIONE COMPOSTO DEGLI INTERESSI – Corte di Cassazione, Sez. Unite Civili n. 15130/24 del 29.05.24

MUTUO BANCARIO: OMESSA INDICAZIONE DEL REGIME DI CAPITALIZZAZIONE COMPOSTO DEGLI INTERESSI  

Corte di Cassazione, Sez. Unite Civili n. 15130/24 del 29.05.24

In tema di mutuo bancario, a tasso fisso, con rimborso rateale del prestito regolato da un piano di ammortamento «alla francese» di tipo standardizzato tradizionale, non è causa di nullità parziale del contratto la mancata indicazione della modalità di ammortamento e del regime di capitalizzazione «composto» degli interessi debitori, per indeterminatezza o indeterminabilità dell’oggetto del contratto né per violazione della normativa in tema di trasparenza delle condizioni contrattuali e dei rapporti tra gli istituti di credito e i clienti.

Sentenza Corte di Cassazione

ECCEZIONI NUOVE IN APPELLO: ESAME ATTI DI CAUSA – Corte di Cassazione, Sez. Unite Civili n. 15364/24 del 03.06.24

ECCEZIONI NUOVE IN APPELLO: ESAME ATTI DI CAUSA

Corte di Cassazione, Sez. Unite Civili n. 15364/24 del 03.06.24

Le eccezioni in senso lato sono rilevabili d’ufficio o proponibili dalla parte interessata anche in appello, ove i fatti sui quali si fondano, sebbene non precedentemente allegati dalla stessa parte, emergano dagli atti di causa; dovendo perciò reputarsi che il principio valga anche nel caso in cui l’eccezione di giurisdizione rimessa all’iniziativa del convenuto sia stata già sollevata, ed in appello si solleciti solo la sua rivalutazione alla luce del materiale probatorio già in atti.

Sentenza Corte di Cassazione