ASSEGNO DIVORZILE E DECESSO DEL RICORRENTE – Corte di Cassazione, Sezioni Unite, Sentenza n. 20495/22 del 24.06.22

ASSEGNO DIVORZILE E DECESSO DEL RICORRENTE

Corte di Cassazione, Sezioni Unite, Sentenza n. 20495/22 del 24.06.22

Nel caso di procedimento per la revisione dell’assegno divorzile, ai sensi dell’art. 9, comma 1, della l. n. 898 del 1970, il venir meno del coniuge ricorrente nel corso del medesimo non comporta la dichiarazione di improseguibilità dello stesso, ma gli eredi subentrano nella posizione del coniuge richiedente la revisione, al fine dell’accertamento della non debenza dell’assegno a decorrere dalla domanda sino al decesso, nonché nell’azione di ripetizione dell’indebito, ex art. 2033 c.c., per la restituzione delle somme non dovute.

Sentenza Corte di Cassazione

ADOTTABILITÀ E ACCERTAMENTO DELLA CAPACITÀ GENITORIALE DEI GENITORI – VERIFICA DEI PRESUPPOSTI DI PREGIUDIZIO AL MINORE – Corte di Cassazione, prima Sezione Civile, Ordinanza n. 14077/22 del 04.05.22

ADOTTABILITÀ E ACCERTAMENTO DELLA CAPACITÀ GENITORIALE DEI GENITORI – VERIFICA DEI PRESUPPOSTI DI PREGIUDIZIO AL MINORE

Corte di Cassazione, prima Sezione Civile, Ordinanza n. 14077/22 del 04.05.22

Posto che il ricorso alla dichiarazione di adottabilità costituisce solo una “soluzione estrema”, essendo il diritto del minore a crescere ed essere educato nella propria famiglia d’origine, quale ambiente più idoneo al suo armonico sviluppo psicofisico, tutelato in via prioritaria dall’art. 1 della L. n. 184 del 1983, il giudice di merito deve operare un giudizio prognostico teso, in primo luogo, a verificare l’effettiva ed attuale possibilità di recupero delle capacità e competenze genitoriali, con riferimento sia alle condizioni di lavoro, reddituali ed abitative, senza però che esse assumano valenza discriminatoria, sia a quelle psichiche, da valutarsi, se del caso, mediante specifica indagine peritale, estendendo detta verifica anche al nucleo familiare, di cui occorre accertare la concreta possibilità di supportare i genitori e di sviluppare rapporti con il minore, avvalendosi dell’intervento dei servizi territoriali.

Ordinanza Corte di Cassazione

ILLEGITTIME LE NORME CHE ATTRIBUISCONO AUTOMATICAMENTE IL COGNOME DEL PADRE AI FIGLI – Corte Costituzionale, Sentenza n. 131/22 del 31.05.22

ILLEGITTIME LE NORME CHE ATTRIBUISCONO AUTOMATICAMENTE IL COGNOME DEL PADRE AI FIGLI

Corte Costituzionale, Sentenza n. 131/22 del 31.05.22

Illegittimità costituzionale dell’art. 262, primo comma, del codice civile e delle norme consequenziali, nella parte in cui prevedono, con riguardo all’ipotesi del riconoscimento effettuato contemporaneamente da entrambi i genitori, che il figlio assuma il cognome del padre, anziché prevedere che il figlio assuma i cognomi dei genitori, nell’ordine dai medesimi concordato, fatto salvo l’accordo, al momento del riconoscimento, per attribuire il cognome di uno di loro soltanto.

Sentenza Corte Costituzionale

DIVISIONE IMMOBILI TRA CONIUGI – IRRILEVANZA DELL’ASSEGNAZIONE A CASA CONIUGALE PER IL CONGUAGLIO – Cassazione civile, Sezioni Unite Civili, Sentenza n. 18641/22 del 09.06.22

DIVISIONE IMMOBILI TRA CONIUGI – IRRILEVANZA DELL’ASSEGNAZIONE A CASA CONIUGALE PER IL CONGUAGLIO

Cassazione civile, Sezioni Unite Civili, Sentenza n. 18641/22 del 09.06.22

In sede di divisione di un immobile in comproprietà di due coniugi legalmente separati, già adibito a casa familiare, l’attribuzione del cespite in proprietà esclusiva al coniuge assegnatario configura una causa automatica di estinzione del diritto di godimento di cui quest’ultimo è titolare, che, pertanto, non potrà avere alcuna incidenza sulla determinazione del conguaglio dovuto all’altro coniuge comproprietario dell’immobile, cui va conferito un valore economico pieno e corrispondente a quello venale di mercato.

Sentenza Corte di Cassazione

INTERRUZIONE DEL PROCESSO E RIASSUNZIONE NEI CONFRONTI DEGLI EREDI – DEBITI DEL DE CUIUS E MANCATA INDICAZIONE DEGLI EREDI – Cassazione civile, Seconda Sezione Civile, Sentenza n. 15995/22 del 18.05.22

INTERRUZIONE DEL PROCESSO E RIASSUNZIONE NEI CONFRONTI DEGLI EREDI – DEBITI DEL DE CUIUS E MANCATA INDICAZIONE DEGLI EREDI

Cassazione civile, Seconda Sezione Civile, Sentenza n. 15995/22 del 18.05.22

In caso di interruzione del processo per effetto della morte di una parte costituita a mezzo di procuratore, la notificazione dell’atto riassuntivo agli eredi della parte defunta, considerati collettivamente ed impersonalmente, pur comportando la rituale riattivazione e prosecuzione del processo nei confronti dei predetti, non è altrettanto idonea a consentire di pronunciare sentenza di condanna al pagamento di un debito del “de cuius” senza procedere all’individuazione nominativa dei destinatari della pronuncia, atteso che i debiti ereditari non sono solidali, essendo gli eredi tenuti verso i creditori in proporzione alle rispettive quote, e che perciò la condanna non può essere vaga o ambulatoria, ma deve essere specifica nei confronti dei debitori, individuati dall’istante e vagliati dal giudice nel rispetto degli oneri probatori previsti.

Sentenza Corte di Cassazione

BENI DESTINATI ALL’ESERCIZIO DI IMPRESA DA UNO DEI CONIUGI – SCIOGLIMENTO DELLA COMUNIONE – DIRITTO DI CREDITO DEL CONIUGE NON IMPRENDITORE – Cassazione civile, Sez. Unite, Sentenza n. 15889/22 del 17.05.22

BENI DESTINATI ALL’ESERCIZIO DI IMPRESA DA UNO DEI CONIUGI – SCIOGLIMENTO DELLA COMUNIONE – DIRITTO DI CREDITO DEL CONIUGE NON IMPRENDITORE

Cassazione civile, Sez. Unite, Sentenza n. 15889/22 del 17.05.22

Nel caso di impresa riconducibile ad uno solo dei coniugi costituita dopo il matrimonio, e ricadente nella cd. comunione “de residuo”, al momento dello scioglimento della comunione legale, all’altro coniuge spetta un diritto di credito pari al 50% del valore dell’azienda, quale complesso organizzato, determinato al momento della cessazione del regime patrimoniale legale, ed al netto delle eventuali passività esistenti alla medesima data.

Sentenza Corte di Cassazione

DIVORZIO E ASSEGNAZIONE DELLA CASA FAMILIARE – INSUSSISTENZA – Cassazione civile, Prima Sezione Civile, Ordinanza n. 10453/22 del 31.03.22

DIVORZIO E ASSEGNAZIONE DELLA CASA FAMILIARE – INSUSSISTENZA

Cassazione civile, Prima Sezione Civile, Ordinanza n. 10453/22 del 31.03.22

In materia di divorzio, l’assegnazione della casa familiare all’ex coniuge affidatario prevista dall’art. 6, comma sesto, della legge 1970, n. 898 (come sostituito dall’art. 11 della legge 6 marzo 1987, n. 74) risponde all’esigenza di conservare l’habitat domestico, inteso come il centro degli affetti, degli interessi e delle consuetudini in cui si esprime e si articola la vita familiare. Pertanto, ove manchi tale presupposto, per essersi i figli già sradicati dal luogo in cui si svolgeva l’esistenza della famiglia – indipendentemente dalla possibilità di una ipotetica riunione degli stessi al genitore già affidatario – viene meno la ragione dell’applicazione dell’istituto in questione. Tale istituto non può trovare giustificazione nella circostanza che il coniuge già affidatario sia comproprietario dell’immobile in questione, salvo che ricorra un accordo, anche tacito, tra le parti. In caso contrario, i rapporti tra gli ex coniugi continueranno ad essere regolati dalle norme sulla comunione, e in particolare, dall’art. 1102 c.c..

Ordinanza Corte di Cassazione

COSTRUZIONE SOPRA L’ULTIMO PIANO E DIRITTO ALL’INDENNIZZO – Cassazione civile, Seconda Sezione Civile, Ordinanza n. 12202/22 del 14.04.22

COSTRUZIONE SOPRA L’ULTIMO PIANO E DIRITTO ALL’INDENNIZZO

Cassazione civile, Seconda Sezione Civile, Ordinanza n. 12202/22 del 14.04.22

In tema di condominio, la proprietà della colonna d’aria (cioè lo spazio sovrastante il lastrico solare), non costituendo oggetto di diritti e quindi di proprietà autonoma rispetto a quella del lastrico solare, va intesa come il diritto del proprietario di quest’ultimo di utilizzare tale spazio mediante sopraelevazione; ciò peraltro non comporta l’esonero dall’obbligo di corrispondere agli altri condomini l’indennità prevista dall’art. 1127 c.c., salvo che non vi sia rinunzia a quest’ultima da parte di tutti i proprietari dei piani sottostanti.

Ordinanza Corte di Cassazione

ADOZIONE DEL CONIUGE DI UNO DEI GENITORI DEL MINORE CONVIVENTE E INTERESSE DEL MINORE – Cassazione civile, Prima Sezione Civile, Sentenza n. 10989/22 del 05.04.22

ADOZIONE DEL CONIUGE DI UNO DEI GENITORI DEL MINORE CONVIVENTE E INTERESSE DEL MINORE

Cassazione civile, Prima Sezione Civile, Sentenza n. 10989/22 del 05.04.22

Non costituisce ostacolo all’adozione del minore, ex art. 44, comma 1, lett. b), della l. n. 184 del 1983, da parte del coniuge di uno dei genitori con lui convivente, la circostanza che il minore mantenga comunque rapporti con l’altro genitore, impossibilitato a far fronte al mantenimento, poiché, anzi, in questi casi, l’adozione realizza appieno l’interesse del fanciullo, che è perfettamente inserito nel nuovo ambiente familiare e vede riconosciuti i legami parentali con la famiglia dell’adottante, senza che siano esclusi quelli con la famiglia del genitore biologico, in conformità alle ragioni di cui alla sentenza della Corte cost. n. 79 del 2022, che ha dichiarato costituzionalmente illegittimo l’art. 55 della l. n. 184 del 1983, nella parte in cui ha escluso, nell’adozione in casi particolari, ogni rapporto civile tra l’adottato e i parenti dell’adottante.

Sentenza Corte di Cassazione

ILLEGITTIME LE NORME CHE ATTRIBUISCONO AUTOMATICAMENTE IL COGNOME DEL PADRE AI FIGLI – Comunicato stampa della Corte Costituzionale del 27.04.22

ILLEGITTIME LE NORME CHE ATTRIBUISCONO AUTOMATICAMENTE IL COGNOME DEL PADRE AI FIGLI

Comunicato stampa della Corte Costituzionale del 27.04.22

La Corte costituzionale, riunita in camera di consiglio, ha esaminato le questioni di legittimità costituzionale sulle norme che regolano, nell’ordinamento italiano, l’attribuzione del cognome ai figli. In particolare, la Corte si è pronunciata sulla norma che non consente ai genitori, di comune accordo, di attribuire al figlio il solo cognome della madre e su quella che, in mancanza di accordo, impone il solo cognome del padre, anziché quello di entrambi i genitori.

In attesa del deposito della sentenza, la Corte costituzionale fa sapere che le norme censurate sono state dichiarate illegittime per contrasto con gli articoli 2, 3 e 117, primo comma, della Costituzione, quest’ultimo in relazione agli articoli 8 e 14 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

Comunicato Stampa Corte Costituzionale