CARTA DI IDENTITÀ ELETTRONICA – “GENITORE” IN LUOGO DI “MADRE/PADRE” – DISAPPLICAZIONE DEL D.M. 31 GENNAIO 2019 – Corte di Cassazione, Prima Sez. civile, Sentenza n. 9216/25 del 08.04.25

CARTA DI IDENTITÀ ELETTRONICA – “GENITORE” IN LUOGO DI “MADRE/PADRE” – DISAPPLICAZIONE DEL D.M. 31 GENNAIO 2019

Corte di Cassazione, Prima Sez. civile, Sentenza n. 9216/25 del 08.04.25

Esaminando un’impugnazione proposta dal Ministero dell’Interno, la Sezione Prima civile – dopo aver osservato che l’adozione in casi particolari, ai sensi dell’art. 44, comma 1, lett. d) della l. n. 184 del 1983, si presta a realizzare in modo pieno il preminente interesse del minore alla creazione di legami parentali con la famiglia del genitore adottivo, senza che siano esclusi quelli con la famiglia del genitore biologico, alla luce di quanto stabilito dalla sentenza della Corte Cost. n. 79/2022 e della più recente giurisprudenza di legittimità –  ha confermato la decisione di merito che, nel disapplicare il d.m. 31 gennaio 2019 (di modifica del d.m. 23 dicembre 2015, recante modalità tecniche di emissione della carta d’identità elettronica), ha ordinato il rilascio ad una minore del documento elettronico d’identità contenente l’espressione “genitore” in luogo di “madre/padre”. (Nel caso che ha dato origine alla controversia, la richiesta del documento elettronico d’identità della minore era avvenuta a seguito di sentenza che riconosceva alla partner della madre naturale la condizione di madre adottiva).

Sentenza Corte di Cassazione

TRASPORTO AEREO E RISARCIMENTO: GIUDICE COMPETENTE – Corte di Cassazione, Sez. Unite civili, Sentenza n. 8802/25 del 03.04.25

TRASPORTO AEREO E RISARCIMENTO: GIUDICE COMPETENTE

Corte di Cassazione, Sez. Unite civili, Sentenza n. 8802/25 del 03.04.25

Conformemente a quanto statuito dalla CGUE, sentenza del 7/11/2019, C-213/18, la giurisdizione sulla domanda del passeggero di compensazione per la cancellazione o il ritardo del volo aereo in forza del Regolamento CE n. 261/2004 va determinata in base ai criteri del Regolamento UE n. 1215 del 2012 (c.d. “Bruxelles I bis”) e, dunque, spetta al giudice del domicilio del convenuto o al giudice dei fori alternativi dei luoghi di partenza o di arrivo dell’aereo, come indicati nel biglietto di trasporto, senza che assumano rilievo le disposizioni in tema di contratti conclusi dai consumatori, inapplicabili ex art. 17, par. 3, del citato Regolamento (CGUE, sentenza 11/4/2019, C-464/18); invece, in relazione alla domanda di risarcimento dei danni supplementari, si devono impiegare i criteri dell’art. 33 della Convenzione di Montreal del 28 maggio 1999 (applicabile soltanto ai trasporti aerei internazionali e, dunque, non ai voli interni), che riguardano non solo la competenza giurisdizionale, ma anche la ripartizione territoriale tra le autorità di ciascuno Stato.

Sentenza Corte di Cassazione

LE “ALLUCINAZIONI” DELL’ INTELLIGENZA ARTIFICIALE – Tribunale di Firenze, Sez. Imprese, Ordinanza del 14.03.25

LE “ALLUCINAZIONI” DELL’ INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Tribunale di Firenze, Sez. Imprese, Ordinanza del 14.03.25

Sull’errore nelle ricerche effettuate con l’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale di una delle parti e l’applicazione dell’art. 96 cpc

L’applicazione del comma 1 del cit. art. 96 c.p.c., in linea generale, si ritiene che abbia natura extracontrattuale, poiché: “richiede pur sempre la prova, incombente sulla parte istante, sia dell’an e sia del quantum debeatur, o comunque postula che, pur essendo la liquidazione effettuabile di ufficio, tali elementi siano in concreto desumibili dagli atti di causa” (cfr. Cass., sez. L, sentenza n. 9080 del 15 aprile 2013) e, “pur recando in sé una necessaria indeterminatezza quanto agli effetti lesivi immediatamente discendenti dall’improvvida iniziativa giudiziale, impone, comunque, una, sia pur generica, allegazione della direzione dei supposti danni” (cfr. Cass., sez. II, sentenza n. 7620 del 26 marzo 2013). In applicazione di tali principi nel caso di specie, la domanda non può essere accolta, in quanto il reclamante non ha spiegato alcuna allegazione, neppur generica, dei danni subìti a causa dell’attività difensiva espletata della controparte. Questo tribunale ritiene del pari non applicabile il comma 3 dell’art. 96 c.p.c., la cui ratio deve individuarsi nel disincentivare l’abuso del processo o comportamenti strumentali alla funzionalità del servizio giustizia ed in genere al rispetto della legalità sostanziale; tale fattispecie deve inoltre intendersi come species dei primi due commi, per cui non si può prescindere dalla condotta posta in essere con mala fede o colpa grave né dall’abusività della condotta processuale.

Ordinanza Tribunale di Firenze

ASCOLTO DEL MINORE INFRADODICENNE – Corte di Cassazione, Prima Sez. civile, Sentenza n. 11588/25 del 21.02.25

ASCOLTO DEL MINORE INFRADODICENNE

Corte di Cassazione, Prima Sez. civile, Sentenza n. 11588/25 del 21.02.25

In tema di ascolto del minore di età inferiore ai dodici anni il giudicante ha il potere discrezionale officioso di indagare la sussistenza della capacità di discernimento e, valutate le emergenze processuali in merito, di disporre l’ascolto del minore, ma non è tenuto a motivare le ragioni dell’omesso ascolto se l’audizione non è stata richiesta allegando le ragioni per le quali deve ritenersi avvenuta la maturazione del minore, in maniera tanto più specifica e persuasiva quanto più il minore è lontano dalla età degli anni dodici. Anche qualora sia stata richiesta l’audizione del minore infradodicenne, il dovere di motivare si affievolisce, quando manchi all’età legale del discernimento un lasso di tempo che in relazione al periodo complessivo dei dodici anni si può considerare significativo, a meno che dagli atti del giudizio non emerga una eccezionale maturità del minore o gravi ragioni.

Sentenza Corte di Cassazione

È INCOSTITUZIONALE L’ESCLUSIONE DELLE PERSONE SINGOLE DALL’ADOZIONE INTERNAZIONALE DEI MINORI – Corte Costituzionale sentenza n. 33/25 del 21.03.2025

È INCOSTITUZIONALE L’ESCLUSIONE DELLE PERSONE SINGOLE DALL’ADOZIONE INTERNAZIONALE DEI MINORI

Corte Costituzionale sentenza n. 33/25 del 21.03.2025

La Corte costituzionale dichiara l’illegittimità costituzionale dell’art. 29-bis, comma 1, della legge 4 maggio 1983, n. 184 (Diritto del minore ad una famiglia), nella parte in cui, facendo rinvio all’art. 6, non include le persone singole residenti in Italia fra coloro che possono presentare dichiarazione di disponibilità a adottare un minore straniero residente all’estero e chiedere al tribunale per i minorenni del distretto in cui hanno la residenza che lo stesso dichiari la loro idoneità all’adozione.

Sentenza Corte Costituzionale

MUTUO UTILIZZATO PER RIPIANARE LA PREGRESSA ESPOSIZIONE DEBITORIA – Corte di Cassazione, Sez. Unite civili, Sentenza n. 5841/25 del 05.03.25

MUTUO UTILIZZATO PER RIPIANARE LA PREGRESSA ESPOSIZIONE DEBITORIA

Corte di Cassazione, Sez. Unite civili, Sentenza n. 5841/25 del 05.03.25

Il perfezionamento del contratto di mutuo, con la conseguente nascita dell’obbligo di restituzione a carico del mutuatario, si verifica nel momento in cui la somma mutuata, ancorché non consegnata materialmente, sia posta nella disponibilità giuridica del mutuatario medesimo, attraverso l’accredito su conto corrente, non rilevando in contrario che le somme stesse siano immediatamente destinate a ripianare pregresse esposizioni debitorie nei confronti della banca mutuante, costituendo tale destinazione frutto di atti dispositivi comunque distinti ed estranei alla fattispecie contrattuale.

Anche ove si verifichi tale destinazione, il contratto di mutuo (c.d. mutuo solutorio), in presenza dei requisiti previsti dall’art. 474 cod. proc. civ., costituisce valido titolo esecutivo.

Sentenza Corte di Cassazione

AZIONE REVOCATORIA: SCISSIONE SOCIETARIA – Corte di Cassazione, Sez. Unite civili, Sentenza n. 5089/25 del 25.02.25

AZIONE REVOCATORIA: SCISSIONE SOCIETARIA

Corte di Cassazione, Sez. Unite civili, Sentenza n. 5089/25 del 25.02.25

L’azione revocatoria ordinaria ex art. 2901 c.c. dell’atto di scissione societaria, diretta alla declaratoria di inopponibilità del negozio al creditore, è devoluta alla competenza della sezione specializzata in materia di impresa, poiché, pur non introducendo una controversia relativa a rapporti tra società, soci e organi sociali, e pur non risultando diretta ad incidere, come l’opposizione ex artt. artt. 2506-ter, 2503 e 2503-bis c.c., sulla scissione, privandola di efficacia erga omnes, investe un tipico atto dell’organizzazione societaria, che, in quanto produttivo di un pregiudizio per la garanzia patrimoniale del creditore e in quanto posto in essere in presenza delle condizioni soggettive previste alternativamente dal comma 1, nn. 1 e 2, del cit. art. 2901 c.c., entra a far parte della causa petendi dell’azione proposta, qualificando il corrispondente giudizio come relativo a un rapporto societario.

Sentenza Corte di Cassazione

DANNO DA MANCATO GUADAGNO DEL LOCATORE – Corte di Cassazione, Sez. Unite civili, Sentenza n. 4892/25 del 25.02.25

DANNO DA MANCATO GUADAGNO DEL LOCATORE

Corte di Cassazione, Sez. Unite civili, Sentenza n. 4892/25 del 25.02.25

Il diritto del locatore a conseguire, ai sensi dell’art. 1223 c.c., il risarcimento del danno da mancato guadagno a causa della risoluzione del contratto per inadempimento del conduttore non viene meno, di per sé, in seguito alla restituzione del bene locato prima della naturale scadenza del contratto, ma richiede, normalmente, la dimostrazione, da parte del locatore, di essersi tempestivamente attivato, una volta ottenuta la disponibilità dell’immobile, per una nuova locazione a terzi, fermo l’apprezzamento del giudice delle circostanze del caso concreto anche in base al canone della buona fede e restando in ogni caso esclusa l’applicabilità dell’art. 1591 c.c.

Sentenza Corte di Cassazione

ASCOLTO DEL MINORE: QUANDO LE DICHIARAZIONI RESE NON BASTANO – Corte di Cassazione, Sez. Prima civile, Ordinanza n. 2947/25 del 06.02.25

ASCOLTO DEL MINORE: QUANDO LE DICHIARAZIONI RESE NON BASTANO

Corte di Cassazione, Sez. Prima civile, Ordinanza n. 2947/25 del 06.02.25

L’ascolto del minore (nel caso in esame, infradodicenne) e le dichiarazioni rese dallo stesso, anche quando ricorrano elementi tali da ritenere che siano espresse con maturità e consapevolezza, non possono costituire l’esclusivo elemento in base al quale valutare il superiore interesse del minore e assumere la decisione richiesta, in un quadro di rapporti familiari altamente conflittuali, nell’ambito dei quali siano stati accertati – come nel presente caso, senza che vi sia stata impugnazione sul punto – comportamenti apertamente ostativi, ostruzionistici e manipolativi da parte di un genitore atti a limitare consistentemente l’esercizio della bigenitorialità dell’altro, comportamenti risultati recessivi solo a seguito della differente collocazione del minore.

Ordinanza Corte di Cassazione

RESPONSABILITA’ DEI SOCI PER DEBITI TRIBUTARI DI SOCIETA’ ESTINTA – Corte di Cassazione, Sez. Unite civili, Sentenza n. 3625/24 del 12.02.25

RESPONSABILITA’ DEI SOCI PER DEBITI TRIBUTARI DI SOCIETA’ ESTINTA

Corte di Cassazione, Sez. Unite civili, Sentenza n. 3625/24 del 12.02.25

Nella fattispecie di responsabilità dei soci limitatamente responsabili per il debito tributario della società estintasi per cancellazione dal registro delle imprese, il presupposto dell’avvenuta riscossione di somme in base al bilancio finale di liquidazione, di cui al 3^ (già 2^) co. dell’art. 2495 cod. civ., integra, oltre alla misura massima dell’esposizione debitoria personale dei soci, una condizione dell’azione attinente all’interesse ad agire e non alla legittimazione ad causam dei soci stessi;

questo presupposto, se contestato, deve conseguentemente essere provato dal Fisco che faccia valere, con la notificazione ai soci ex artt. 36 co. 5^ d.P.R. n. 602/73 e 60 d.P.R. 600/73 di apposito avviso di accertamento, la responsabilità in questione, fermo restando che l’interesse ad agire dell’Amministrazione finanziaria non è escluso per il solo fatto della mancata riscossione di somme in base al bilancio finale di liquidazione, potendo tale interesse radicarsi in altre evenienze, quali la sussistenza di beni e diritti che, per quanto non ricompresi in questo bilancio, si siano trasferiti ai soci, ovvero l’escussione di garanzie;

la verifica del presupposto dell’avvenuta riscossione di somme in base al bilancio finale di liquidazione, concernendo un elemento che deve essere dedotto nella fase di accertamento da indirizzarsi direttamente nei confronti dei soci ex art. 36 co. 5^ d.P.R. n. 602/73, non può avere ingresso nel giudizio di impugnazione introdotto dalla società avverso l’avviso di accertamento ad essa originariamente notificato, quand’anche questo giudizio venga poi proseguito, a causa dell’estinzione della società per cancellazione dal registro delle imprese, da o nei confronti dei soci quali successori della società stessa.

Sentenza Corte di Cassazione

In sintesi:

  • La responsabilità dei soci di una Srl estinta per debiti tributari è limitata a quanto effettivamente riscosso in base al bilancio di liquidazione.
  • Spetta al Fisco provare la riscossione delle somme.
  • La questione della riscossione non può essere affrontata nel giudizio di impugnazione dell’avviso di accertamento originario.